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Situata
sulla cima di un colle tra le vallate formate dai torrenti Chiaro
e Torbido, Civita appare arroccata su uno sperone di roccia sovrastando
l' ampia conca increspata dai calanchi.
Questo isolamento é il risultato di una irrefrenabile erosione
che vede lo sperone tufaceo progressivamente assottigliarsi su un
sottostante strato argilloso anch'esso instabile poichè per
la sua natura geologica é destinato a subire l' azione erosiva
degli agenti atmosferici che lo modellano nelle tipiche forme dei
calanchi - piccoli bacini delimitati da creste e pinnacoli creati
dall' azione dilavante della pioggia sull' argilla. Ma quando la
città fu fondata dagli Etruschi 2.500 anni fa circa, non
era difficile da raggiungere e soprattutto era situtata in una posizione
molto difendibile.
Le più antiche tracce della presenza umana nell'area di Civita
appartengono ad epoche molto remote; testimonianze più consistenti
su base archeologica ci portano direttamente al periodo etrusco
grazie alla necropoli ritrovata nella rupe sottostante il belvedere
di San Francesco Vecchio. Anche la cosidetta grotta di San Bonaventura,
dove si narra che S. Francesco guarì con un miracolo il piccolo
Giovanni Fidanza (S. Bonaventura), sembra fosse una tomba a camera
etrusca trasformata nel medioevo in capella per le orazioni. Dai
pochi documenti reperiti risulta che Civita di Bagnoregio e Bagnoregio
fossero due contrade di una stessa città che fino al XI sec.era
denomineta Balneum Regis. La leggenda vuole che a darle questo nome
sia stato Desiderio, re de iLongobardi ( 756-774 DC),guarito da
una grave malattia grazie alle acque termali presenti nella città.
Alcuni manufatti artistici sono giunti sino a noi a documentare
la fase longobarda alla quale mise fine Carlo Magno nel 774, resistuendo
il territorio al Pontefice.
Da questa data Balneum Regis entra a far parte del dominio della
Chiesa anche se durante il periodo feudale, la città, con
il suo atteggiamento sempre ribelle eeripcolosamente forte, diventò
un serio problema per il papato . La signoria feudale cessa intorno
alla metà del XXII secolo quando Bagnoregio si costituisce
libero comune. Tuttavia, come gli altri comuni italiani, vedrà
la sua autonomia minacciata dalle mire dell'Impero. La città
viene occupata nel 1186 dal figlio di Federico Barbarossa, EnricoIV,
che punta contro Orvieto.I
rapporti con Orvieto, caratterizzano l'intera storia medievale di
Bagnoregio, ma presentano un carattere costantemente ambiguo, dove
questioni irrisolte causano ostilità tra gli abitanti delle
due città. E' inoltre fondamentale tener conto del controllo
che i Monaldeschi di Orvieto tentavano di stabilire su Bagnoregio
al fine di preservarla come presidio guelfo nel quadro degli scontri
contro i ghibellini di Viterbo. Il controllo esercitato da questa
casata, in effetti, ben presto si tramutò in effettivo dominio.
L'epilogo di questo esasperato periodo di soprappopolazionee sfruttamento
si compie nel 1457. La causa occasionale della rivalsa è
costituita dalle evasioni compiute dai Monaldeschi in campo amministrativo
e fiscale a danno della comunità. Poiché i Monaldeschi
si disinteressarono completamente alla vicenda, gli abitanti esasperati
insorsero dando vita ad una violenta ribellione che portò
alla distruzione del castello della Cervara, dal quale, i Monaldeschi
avevano esercitato il loro potere per oltre un secolo. A ricordo
di questi eventi furono murati, al di sopra dell'area della Porta
di Santa Maria due leoni in pietra basaltica che tengono teste umane
tra le loro zampe a ricordo della vittoria del popolo di Civita.
Nell'ultimo decennio del XV sec. si rafforza il controllo della
Chiesa sulla città: inizia il "governo dei cardinali"
i quali esercitavano il potere a mezzo di luogotenenti. Questa stretta
forma di controllo da parte della Chiesa costituisce un pesante
freno alle libertà comunali, che videro la loro fine quando
nel 1592 venne istituita la Congregazione del Buon Governo con lo
scopo di esercitare una stretta sorveglianza su ogni attività
dei comuni.
Il ruolo cardine svolto da Civita nelle vicende storiche territoriali
inizia la sua parabola discendente dopo il terremoto del 1695, che
provocando gravi danni alle strade e agli edifici, costrinse molti
abitanti a lasciare la città.
Il susseguirsi di altri terremoti con conseguenti frane e smottamenti
che rischiarono di far restare Civita completamente isolata, contribuì
ad incrementare il trasferimento della popolazione altrove, fino
ad un quasi totale abbandono.

In
questo desegno del 1765 viene raffigurato il convento di San Francesco
che ora non esiste più e che era situato a metà strada
tra la città di Bagnoregio e Civita.
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Civita
nel 1874
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Civita
2000
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Oggi
Civita è un luogo incantato, dove il tempo non sembra scorrere
più. La totale assenza di automobili rende l'atmosfera all'interno
di Civita ancora più irreale.

Questo
paesaggio innevato è una meraviglia che la natura ci offre
solo pochissimi giorni all'anno.
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